Il Comune la piazza dei castellanetani

Ambiente nella nostra terra

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    Un'affascinante reportage de L'Espresso sulla nostra puglia e sui veleni che vengono buttati nell'area fra Taranto e Brindisi. Essendo un problema pugliese ed essendo nella stesa area, l'ho messo nella pagina più locale. A voi i commenti!

    La Puglia dei veleni

    di Gigi Riva
    Inchiesta sulla regione a più alta concentrazione tossica. Fra Taranto e Brindisi gli impianti che producono il 30 per cento della diossina in Italia e 36 milioni di tonnellate di gas. È qui il buco nero dell'inquinamento in Europa

    Nell'immaginare un vestito verde per l'Europa, in sintonia con la regina mitologica che le regala il nome e che fu rapita da Zeus mentre raccoglieva fiori, la cancelliera tedesca Angela Merkel chissà se ha pensato anche alle scarpe. L'Europa geografica calza uno stivale (l'Italia) con un tacco nero (la Puglia) che sarebbe adatto per una serata di gala ma che stride con i colori arcobaleno di un'anziana signora (il Vecchio Continente) che si vorrebbe ecologicamente virtuosa. Gli obiettivi Ue si proiettano oltre Kyoto, prevedono una riduzione del 20 per cento di anidride carbonica e di consumo di energia elettrica entro il 2020. La direttiva che sarà emanata il prossimo settembre avrà valore obbligatorio e vincolante, pena una citazione degli inadempienti alla Corte di giustizia.

    Mentre tutto questo si discute a Bruxelles, quaggiù in periferia, sul tacco impolverato da ogni genere di inquinante diossina compresa (sì, diossina come a Seveso) ci si arrovella semmai sul modo per eludere i vincoli e i piani di avvicinamento a Kyoto (entro il 2012 il 6,5 per cento in meno dell'anidride carbonica sparata in aria). E sarebbe il luogo dove c'è più bisogno, di Kyoto, visto il terrificante risultato di una gara in cui vinceva il peggiore. Primo, secondo e terzo posto, podio tutto pugliese nella classifica dei dodici impianti italiani che producono più anidride carbonica, responsabile dell'effetto serra e dunque del surriscaldamento del Pianeta. Nell'ordine: centrale termoelettrica Enel di Brindisi sud 15.340.000 tonnellate l'anno di CO2; Ilva di Taranto 11.070.000; centrali termoelettriche Edison di Taranto 10.000.000. I dati sono del 2005, gli ultimi disponibili, e li ha raccolti l'Eper-Ines. Gli acronimi stanno per European Pollutant Emission Register e per Inventario Nazionale delle Emissioni e Loro Sorgenti, cioè l'organismo europeo e quello statale.


    Legambiente li ha elaborati e diffuso di recente. Si trattasse poi solo di anidride carbonica. La stessa Eper nel 2002 aveva detto di peggio. Degli 800 grammi di diossina che finiscono nell'aria europea ogni anno, 71 escono dagli impianti dell'Ilva e sono pari all'8,8per cento del totale europeo e al 30,6 di quello italiano. L'anno prima lo stesso organismo aveva citato in un dossier ancora l' Ilva per il monossido di carbonio (10,2 per cento del totale) e l'Enipower di Brindisi (13,7 per cento delle emissioni di zinco).

    L'ottimismo della volontà potrebbe far pensare che da quegli anni censiti le cose sono migliorate. Il pessimismo della ragione fornisce una risposta lapidaria: no, semmai il contrario. Ed è un pessimismo che poggia su valutazioni oggettive ma non su cifre perchè i dati, e anche questo è clamoroso, non ci sono. Ci saranno, ma non ci sono. Il professor Giorgio Assennato, direttore generale dell'Arpa Puglia, quando è stato nominato dalla nuova giunta di centrosinistra ha trovato, nelle zone più critiche, controlli praticamente inesistenti e un personale ridotto all'osso (una ventina di persone a Brindisi e Taranto, l'asse critico).

    L'assessore all'Ambiente Michele Losappio, di Rifondazione comunista, riassume: "L'Arpa aveva 200 dipendenti scarsi quando la pianta organica ne prevede 800. Stiamo provvedendo a completarla". E sono stati anche stanziati 3 milioni di euro per iniziare il lavoro. Che si annuncia complicato. Nel vuoto attuale può succedere che il bresciano Emilio Riva, il proprietario dell'Ilva, invochi uno studio del Cnr per quanto riguarda la diossina. Però nemmeno ci si prova a contestare le emissioni di anidride carbonica e anzi prende carta e penna e scrive a chiunque abbia un ruolo, da Prodi in giù, per minacciare un taglio di 4.000 dipendenti (su circa 12.000) nel caso debba rispettare Kyoto e ridurre il carico inquinante. Lo hanno assecondato e l'anidride carbonica, dice il governo, sarà tagliata altrove. Potenza della siderurgia in ripresa sul mercato mondiale tanto che l'Ilva è passata in breve da 6 a 10 milioni di tonnellate di acciaio prodotto e c'è da scommettere che nel 2007 andrà ancora meglio perché Riva ha chiuso, dopo una lunga battaglia ambientalista, il suo stabilimento a Cornigliano (Genova) e conta di trasferire i reparti che producono "a caldo", i più pericolosi, in Puglia: altri 2,5 milioni di tonnellate.

    Questo Riva sta collezionando condanne per inquinamento, l'ultima è di metà febbraio, tre anni in primo grado più l'interdizione dall' attività industriale per lo stesso periodo. Il ricatto occupazionale e la scarsa sensiblità ecologica (eufemismo) lo hanno reso particolarmente odioso alla parte più dura dell'ambientalismo. Che accusa il presidente Nichi Vendola di intelligenza col "nemico". La giunta insediata nel 2005, non avendo scheletri nell'armadio sul tema, invece procede guidata dalla stella polare della coniugazione tra idealità e pragmatismo. Convinta com'è che è meglio avviare un confronto e imporre delle regole certe laddove c'era solo anarchia. L'Ilva chiede di costruire una nuova centrale termoelettrica da 600 megawatt? Discutiamo, ma in cambio chiuda quella obsoleta che sta dentro i suoi confini (tre quinti del territorio comunale, 15 milioni di metri quadrati) ed è gestita dalla Edison. L'Eni vuole raddoppiare le sue capacità produttive investendo un miliardo di euro e diminuendo l'inquinamento? Discutiamo, vediamo se sul piano c'è il conforto di un parere tecnico.

    L'atteggiamento possibilista si scontra con le reazioni estreme di chi troppe ne ha subìte, nel corso del tempo, e non crede più ai compromessi. Come Alessandro Marescotti, di Peacelink, il quale ricorda i tempi in cui i suoi amici neopatentati che abitavano ai Tamburi (il quartiere più vicino allo stabilimento) si presentavano orgogliosi con auto nuove fiammanti la cui carrozzeria veniva corrosa dopo pochi mesi. Difetti di fabbrica? No, inquinamento. Era trent'anni fa. E poi quel cielo che azzurro non è mai, nonostante la latitudine, e ha sempre tutte le sfumature cromatiche del rosso di giorno per virare sul giallo di notte, quando due torce sempre accese segnalano che la produzione continua. Marescotti sottolinea come, dati Arpa (tra i pochi che ci sono), i picchi di inquinamento si registrano proprio tra le 2 e le 3 del mattino. Si è potuto stabilire con una certa approssimazione che ogni abitante si fuma "anche se non è un tabagista" il corrispettivo di sette sigarette al giorno. Stando all'ultimo rapporto Apat 2006 (Agenzia di protezione dell'ambiente) il 93 per cento dell'inquinamento deriva dall'industria e solo il restante 7 da emissioni civili: la percentuale più sbilanciata d'Italia.

    Taranto è ultima per la classifica del 'Sole 24 Ore' in quanto ad ambiente. I 1.200 decessi annui per neoplasie la collocano nettamente sopra la media nazionale. Insomma c'erano tutti i motivi per dichiararla città ad alto rischio ambientale, come è successo. Nove sono gli impianti critici e in tanto degrado ci mancava pure la discussione sul rigasificatore da collocare nel Golfo. Vendola aveva detto no a Brindisi ("sarebbe criminale") e i tarantini hanno cominciato a temere per via di una richiesta avanzata dalla Gas Natural che ha fatto imbufalire, tra gli altri, Leo Corvace coordinatore del comitato per il 'no'. Per descrivere uno scenario apocalittico, i contrari adattano a Taranto un'ipotesi prevista da Piero Angela nel suo ultimo libro.

    Ammettiamo che una nave metanifera che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto si spezzi per un incidente, come ad esempio la collisione con un sottomarino (è successo a Barcellona nel 2002), il gas si espande, evapora, forma una nube di metano che a contatto con una scintilla esplode (qui ci sono le due torce sempre accese): avrebbe la forza di un megaton, come un milione di tonnellate di tritolo. Ci sarebbero decine di migliaia di morti. Brividi. E ancora peggio andrebbe se fosse coinvolto un sottomarino nucleare. Incrociano in queste acque? L'assessore Losappio nulla ne sa. Marescotti ne è convinto. Comunque sul rigasificatore nessuna certezza e una cauta marcia indietro anche da parte di Vendola dopo la bocciatura esplicita di Brindisi. Dove, per le concessioni già erogate alla British gas, a fine febbraio scorso è stato rimesso agli arresti l'ex sindaco Giovanni Antonino. Sul versante adriatico della Puglia ancora si leccano le ferite del Petrolchimico e in un porto che dovrebbe essere commerciale c'è troppo viavai di carbone per alimentare le centrali. Immaginarsi aggiungere le navi metanifere.

    L'assessore al Turismo Massimo Ostilio, Udeur, usa la terminologia che gli era familiare quando era sottosegretario alla Difesa: "Circa l'ambiente, abbiamo bisogno di una exit strategy. E bisogna seminare subito se vogliamo raccogliere qualche frutto tra dieci anni". Exit strategy, come se si trattasse di una guerra. Il suo collega Losappio cerca di tracciare una strategia realista: "Abbiamo ereditato una Puglia che è, con tutta evidenza, il tacco nero d'Europa. Farlo bianco sarà impossibile. Vediamo almeno di renderlo grigio".
    (30 marzo 2007)


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    00 30/03/2007 18:41
    Ciminiere sì grazie. Ma con i paletti

    Lui è, adesso, il "presidente di tutti i pugliesi" e non più il "deputato di Rifondazione comunista". Lo dichiara subito Nichi Vendola. Come a sottolineare: non sono io che sono cambiato, ma il ruolo. Per questo ha aperto un dialogo con tutti, inquinatori compresi.

    Presidente Vendola, la domanda che si fanno anche suoi ex compagni di strada è: perché si fida di Riva, il proprietario dell'Ilva, con cui ha avviato un tavolo di lavoro?

    "Non ha nessuna rilevanza se io mi fidi o no. Io non rompo un tavolo di trattativa su un piano industriale che prevede investimenti per 2.500 milioni di euro, di cui 600 per ambientalizzazione, se non in presenza di licenziamenti ingiustificati. In due casi l'ho fatto. Inoltre non firmo deleghe in bianco e dentro l'Ilva metto dei ficcanaso come dei tecnici ambientali e difendo il diritto alla vita e all'aria pulita".

    L'Ilva sembra esercitare il ricatto occupazionale. E la Puglia pare la ridotta in cui si è rifugiato il fordismo.

    "La metafora è suggestiva, ma la realtà è più articolata. Ci si dovrebbe far carico di una storia che ha visto i Golfi più belli del Sud occupati da grandi impianti industriali. Taranto è la storia dell'acciaio. Quel mercato era entrato in crisi, ora ha un trend positivo. Siamo in una zona dove la disoccupazione è alta. Io non posso giocare a cuore leggero con 15.000 posti di lavoro più 6.000 nell'indotto".

    Da lei si aspettavano di più gli ambientalisti in una regione considerata il tacco nero d'Europa, coi tre impianti più inquinanti d'Italia, le emissioni di diossina.

    "Va bene. Il pregresso lo conosciamo. Aggiungo che l'aggressione all'ecosistema è stata ancora più selvaggia. Qui si è costruito dentro i corsi d'acqua, si è permessa l'erosione della costa. Abbiamo ereditato una situazione pesante. Ma subito abbiamo varato il piano di tutela di acqua, costa e paesaggio, abbiamo previsto l'istituzione di 12 nuovi parchi e fatto scattare il processo di salvaguardia".


    Tuttavia si trova davanti dei veri e propri ecomostri.

    "E cerco, con la controparte, di avviare una collaborazione proficua. Se l'Eni mi chiede di raddoppiare lo stoccaggio di un impianto e prevede di investire un miliardo di euro e di ridurre del 35 per cento le emissioni inquinanti, io sarei un pazzo se non andassi a vedere, se non creassi un tavolo di confronto. E metto tanti paletti e tanti controlli al punto che, al lato opposto degli ambientalisti, c'è chi mi definisce un signor no".

    Invece?
    "Invece io voglio essere un signor sì. Sì all'energia eolica che abbiamo intenzione di portare da 300 a 480 megawatt prodotti, anche off-shore. Sì, se si risponde alla vera questione: non si tratta solo di disinquinare ma di avviare un modello di sviluppo sostenibile. Anche per l'alta velocità Napoli-Bari abbiamo aperto un confronto e coinvolto associazioni e enti locali. Dalla Puglia parte una battaglia che definirei sì Tav".


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    00 21/04/2007 10:21
    ragazzi....collegatevi a questo link di progetto comune.....
    osservate tutte le foto.....siamo messi proprio male!!!!che vergogna!!!!


    www.progettocomune.it/index.php?option=com_zoom&Itemid=31...
    ...eccoVi accontentati!!!!
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    dapi
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    00 21/04/2007 11:57
    ce lo meritiamo...

    sarò cinico, ma tutto questo è opera nostra che direttamente in questi anni abbiamo permesso tutto...

    e troppo semplice ricordarsi oggi (sotto elezioni) cos'è il nostro paese... troppo semplice. Io ste cose le dico da esattamente 5 anni, da quando ho lasciato Castellaneta e d quando non avendola sotto gli occhi ho notato ogni volta gradoni di peggioramento....

    tutti però mi dicevano... che era uguale a prima... sarà... ma queste foto lo dimostrano chiaramente.

    un'ultima cosa. la scorsa estate ho fatto delle foto del paese da mettere su wikipedia.. (che ho sbadatamente perso, e di cui troverete le migliori su Wikipedia) e non vi dico le difficoltà incontrate per farne uscire qualcuna decente... su una decina di foto uscite bene... ce ne saranno state dieci volte tante in cui c'erano particolari di degrado....


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    Haemoglobin
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    00 21/04/2007 13:41
    Ragazzi, non fatemi ridere. Si capisce benissimo che queste sono foto ritoccate al computer per mettere in cattiva luce Castellaneta. Castellaneta è viva! Mai come negli ultimi 5 anni. Dapi, mi sorprendo di te che riesci ad essere così incoerente e a trovare il coraggio per dire che tutti si muovono solo perchè adesso ci sono le elezioni politiche. Vedi che Maurizio Cristini era assessore dell'ultima giunta ma all'epoca non aveva la macchina digitale e un computer per divulgare foto ritoccate così. Quando c'era lui non c'era bisogno di sottolineare certe cose in modo così cruento. [SM=g27834]
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    00 21/04/2007 13:46
    Re:

    Scritto da: dapi 30/03/2007 18.38
    Un'affascinante reportage de L'Espresso sulla nostra puglia e sui veleni che vengono buttati nell'area fra Taranto e Brindisi. Essendo un problema pugliese ed essendo nella stesa area, l'ho messo nella pagina più locale. A voi i commenti!

    La Puglia dei veleni

    di Gigi Riva
    Inchiesta sulla regione a più alta concentrazione tossica. Fra Taranto e Brindisi gli impianti che producono il 30 per cento della diossina in Italia e 36 milioni di tonnellate di gas. È qui il buco nero dell'inquinamento in Europa(30 marzo 2007)



    Sapevo già della situazione critica dell'aria che respiriamo... Mi era sfuggito quest'articolo. Certo che adesso non riuscirò più a credere a mia madre quando mi dice "Quando tornerai a Castellaneta potrai disintossicarti da quell'ariaccia milanese piena di smog". Guarda Dapi, non pubbblicarmi articoli sull'inquinamento del nostro mare altrimenti sono sicuro che farò la fine di quello che va al mare e resta sotto l'ombrellone a legggersi il giornale.
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    00 21/04/2007 19:43
    MALAMBIENTE E MALAMMINISTRAZIONE
    L'articolo dell'espresso l'ho letto anch'io e per la verità siamo finiti sulla prima pagina di quel numero 13 del 5 aprile.
    E' terribile verificare che siamo il buco nero d'europa con la produzione dell'8% della diossina. Bisogna ringraziare il settimanale perché ci ha reso consapevoli.

    Quindi al buco nero del bilancio del Comune di Taranto (siamo arrivati a 700 milioni di euro) si aggiunge la presa d'atto del buco nero ambientale.

    Ritengo che questi mali provengano da lontano, da una grande scelta imposta dalla politica con il danaro pubblico: l'Italsider.
    Facciamo di Taranto una città operaia, serbatoio di voti.
    Questa posizione dominante, passata oggi nelle mani di un privato, ha creato lo squilibrio ambientale (ed anche POLITICO ed ECONOMICO)che ormai conosciamo: viviamo nel posto più inquinato d'Europa e più frecone d'Europa. MALAMBIENTE E MALAAMMINISTRAZIONE sono i nostri biglietti da visita.

    Quella posizione dominante mi ricorda quella del nostro paese: Nova Yardinia. Il pubblico che crea un monopolio privato con tutti gli squilibri sociali, economici e politici che ne derivano, e che abbiamo verificato, in un tessuto così povero di competitori come il nostro.


    Risulta verificata la dottrina di Luigi Einaudi: i monopoli sono un pericolo per la libertà.

    A completare il quadro c'è lo spauracchio del ritorno dell'ex sindaco diessino che vuole riaprire la discarica.

    Se fossi un DS straccerei la tessera.

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    dapi
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    00 21/04/2007 20:04
    azz... come la demagogia riesce a mettere questioni diversissime tra loro sullo stesso piano....


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    lapira
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    00 21/04/2007 20:14
    altro che demagogia
    Non te ne puoi uscire con un epiteto: " Demagogia".

    Devi argomentare.

    Le posizioni sono simili: soldi pubblici che creano posizioni dominanti in un tessuto economico privo di seri competitori.

    Ti capisco devi difendere l'indifendibile.
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    00 21/04/2007 21:09
    Dato che Dapi è nel bel mezzo di un discorso che si sta accendendo con Lapira, sarò io ad invitarvi a moderare i toni e placare gli animi.
    Anche perchè di questo passo, con le amministrative alle porte, non si può che peggiorare la situazione e l'ostilità.
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    00 22/04/2007 15:13
    Re: ragazzi....collegatevi a questo link di progetto comune.....

    Scritto da: stefania.disoccupata 21/04/2007 10.21
    osservate tutte le foto.....siamo messi proprio male!!!!che vergogna!!!!


    www.progettocomune.it/index.php?option=com_zoom&Itemid=31...



    ci sono anche foto positive del nostro paese....certo che sono state prese in lontananza per non far vedere i difetti!!!!
    p.s. dallo stess sito delle altre foto....

    www.progettocomune.it/index.php?option=com_zoom&Itemid=31...

    ...eccoVi accontentati!!!!
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    00 22/04/2007 16:09
    Stefania, tutti sanno che il nostro paese è stupendo. Basta vedersi attorno, abbiamo una distribuzione urbana, non casinista come invece avviene sia a Laterza, che Palagianello anche perchè siamo storicamenteil centro più importante della zona occidentale, anche se attualmente siamo nel più totale abbandono. Peggio di noi forse c'è solo Taranto dove c'è immondizia in mezzo alla strada, sporcizia e disagio ovunque.
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    stefania.disoccupata
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    00 22/04/2007 17:19
    quando per caso
    ho visto quelle foto...(negative per prima....) sono rimasta davvero male.....non pensavo che ci fosse tutto quel degrado.....ma poi nel profondo...sapevo e speravo di vedere Castellaneta viva...castellaneta piena di positività!!e vedebdo le altre foto...mi sono risollevata un po
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    00 22/04/2007 19:15
    Re: quando per caso

    Scritto da: stefania.disoccupata 22/04/2007 17.19
    ho visto quelle foto...(negative per prima....) sono rimasta davvero male.....non pensavo che ci fosse tutto quel degrado.....ma poi nel profondo...sapevo e speravo di vedere Castellaneta viva...castellaneta piena di positività!!e vedebdo le altre foto...mi sono risollevata un po



    Bisogna pur sempre capire quando sono state quelle foto "belle". Ce ne sono alcune con addirittura la neve al mare (che manca da un pò) e/o la villa nei pressi del teatro all'aperto ancora in buone condizioni, cosa non vera perchè constatata personalmente.
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    dapi
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    00 12/09/2008 10:38
    da Taranto Sera 11 settembre 2008
    Sigilli alle aree in cui erano state depositate traversine ferroviarie che sono cancerogene
    Blitz della Finanza in tre discariche

    Giovanni Nicolardi

    CASTELLANETA - In tre discariche abusive a cielo aperto venivano accatastate decine di traversine ferroviarie che, com’è noto, sono trattate con materiale cancerogeno. Blitz della Guardia di Finanza che ha posto sotto sequestro le aree situate tra Castellaneta e Palagianello in cui erano depositato il materiale particolarmente nocivo.
    Quaranta tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi in zone tra l’altro sottoposte a vincolo paesaggistico.
    Nel corso dell’operazione i militari delle Fiamme Gialle hanno segnalato tre persone all’autorità giudiziaria per aver permesso lo stoccaggio delle traversine ferroviarie che contengono sostanze molto pericolose per la salute. Rimosse dalle reti ferroviarie pugliesi, dismesse e abbandonate senza essere state bonificate, contengono infatti il creosoto.
    Tra l’altro contengono anche il benzopirene che è cancerogeno. Potrebbero creare problemi di contaminazione piuttosto seri come tra
    l’altro le lastre di eternit che contengono amianto. I numeri sono preoccupanti: dall’inizio dell’anno la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro 48 aree destinate a discariche abusive e oltre 10mila tonnellate di rifiuti speciali o pericolosi.
    Settanta persone sono state denunciate a piede libero.


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