Il Comune la piazza dei castellanetani

Ospedale: 8 morti in 12 giorni di apertura del nuovo reparto

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    dapi
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    00 12/06/2007 13:41
    Da taranto sera
    Caccia ad altre responsabilità per l’azoto killer che ha ucciso otto pazienti dell’Utic
    Morti in corsia, altre società nel mirino


    L’indagine si allarga con nuovi accertamenti sulle tubature che hanno sprigionato l’azoto killer.
    E la nuova svolta porta in dote il coinvolgimento nell’indagine di altre due società con conseguente iscrizione sul registro degli indagati dei rispettivi responsabili.
    E’ questo l’atteso sviluppo dell’inchiesta condotta dal procuratore capo Aldo Petrucci e dal suo sostituto Mario Barruffa, sulla tragedia degli otto pazienti del reparto Utic dell’ospedale di Castellaneta, avvelenati dal protossido di azoto, somministrato erroneamente dalle bocchette che invece avrebbero dovuto erogare ossigeno. La complessa indagine diretta a ricostruire le responsabilità per la clamorosa vicenda si appresta a vivere una nuova delicatissima fase.
    Gli investigatori hanno la necessità di effettuare una nuova verifica sulle tubature di gas medicali incriminate. Un passaggio determinante per individuare dove ci sia stato l’errore
    che ha portato all’inversione delle tubature di protossido di azoto con quelle di ossigeno. Un errore fatale per gli otto anziani pazienti soffocati lentamente dal gas, somministrato per errore.
    Per questo la Procura si è affidata ad un collegio di periti, quattro per la precisione, che dovrà accertare la qualità e la tempistica degli interventi effettuati su quelle conduttore.
    Alla loro attenzione, quindi, saldature e deviazioni effettuate prima e dopo il collaudo dell’impianto. Un accertamento tecnico irripetibile con conseguente raffica di notifiche agli inquisiti. Stamani, infatti, i carabinieri della compagnia di Castellaneta hanno notificato una raffica di comunicazioni giudiziarie. Lo strumento adottato dai magistrati, infatti, impone la convocazione di tutti gli indagati. Ed è così che si è avuta la prova provata di quanto rivelato da TarantoSera nei giorni scorsi. E cioè dell’aumento del numero degli indagati e di quello delle società coinvolte nell’inchiesta.
    Nel mirino degli inquirenti, infatti, sono finite le società baresi Siram ed Item Oxigem.
    Anche i tecnici di queste due imprese avrebbero effettuato interventi sulle tubature e sugli impianti al centro del gravissimo errore che poi è alla base della morte degli otto pazienti.
    Il nodo da sciogliere, però, è quello che attiene i tempi dei loro interventi e se hanno a che fare con i tragico errore costato la vita agli otto pazienti ricoverati nell’Utic.
    Un nodo di fondamentale importanza per fotografare le responsabilità tecniche dell’erronea installazione. In particolare, peraltro, resta da chiarire quanto evidenziato dalla società Ossitalia che aveva realizzato e certificato il collaudo degli impianti di gas medicali della struttura ospedaliera.
    La Ossitalia, dopo l’esplosione del caso, era finita nel centro del ciclone giudiziario. Il suo legale, però, aveva respinto le accuse sostenendo che altre società avevano messo le mani sull’impianto dopo la certificazione rilasciata dai propri assistiti. Ed a comprovare le sue argomentazioni aveva prodotto ai magistrati la copia di una lettera con la quale, nell’ottobre del 2005, la Ossitalia aveva contattato il ministero della sanità ed i vertici dell’ospedale, declinando responsabilità e ritirando la certificazione prodotta, proprio in ragione di quegli interventi successivi al collaudo.
    Un dato che, poi, il rappresentante legale della Ossitalia ha posto al centro della sua difesa snocciolata dinanzi ai magistrati dai quali aveva ottenuto di essere ascoltato. Resta, però, da comprendere, quando e da chi siano stati effettuati gli interventi contestati. E se sia addebitabile a questi lavori l’inversione delle tubature che poi ha scatenato la tragedia nel reparto che aveva aperto i battenti da pochissimi giorni.

    L’ìnchiesta si allarga
    Ora sono 26 gli indagati


    Luigi Giannini, nolano di 56 anni, rappresentante d’area della Siram, Giuseppe Fiorni, 32enne di Altamura, amministratore della Item Oxigen, e Dario Nitti, barese di 54 anni, rappresentante per Bari e Taranto della Siram. Sono questi i nomi nuovi dell’inchiesta condotta per omicidio colposo plurimo. Nomi che si vanno ad aggiungere a quelli degli altri 23 indagati, tra medici, tecnici ed imprenditori, già noti.
    Si tratta di Domenico Matera, Alessandro Manigrasso, Silvio Berto, Pietro Moscogiuri,Vito Miccoli, Michelangelo Lentini, Giacomo Sebastio, Primo Stasi, Giuseppe Franza, Matteo Antonicelli, Paolo Quarato, Francesco Menza, Mauro Leone, Francesco Morea, Cosimo Turi, Antonio Scarcia, Argentina Saracco, Michele Ferrante, Corrado Pisanello, martino Saltori, Giambattista Semeraro, Roberto Semeraro e Paola Cicerone.


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    00 29/06/2007 09:54
    ormai siamo arrivati all'avanspettacolo!!!
    Non faccio commenti... perché parla da solo:

    Da tarnto Sera di Ieri:

    Protesta ad oltranza
    Ospedale: Brizio occupa le sale

    Da oggi e fino a quando non ci saranno risposte concrete il consigliere regionale Simone Brizio occuperà, ad oltranza, le sale dell’ospedale di Castellaneta per manifestare contro i mancati provvedimenti in merito alla riapertura dei reparti.
    Come si ricorderà alcune sale, tra cui quelle parto, sono state chiuse a seguito dei controlli conseguenti alla tragedia avvenuta nell’Utic.
    Da allora, era maggio, le sale restano chiuse con un blocco delle nascite per il versante occidentale.
    Alcuni sindaci, a metà giugno, hanno minacciato manifestazioni di piazza se non si interverrà subito per la riapertura dei reparti.
    Oggi è il consigliere regionale del gruppo DC Indipendenti Movimento Autonomie a dire basta.
    “Altro che Policlinico di Bari, l’ospedale di Castellaneta è un nosocomio oramai fantasma - osserva - Come sempre, dopo tanti proclami, all’indomani delle tragiche morti del reparto Utic, il presidente della Giunta regionale, l’assessore alla Salute ed i loro fedelissimi scudieri, invece di affrontare i problemi, fingono di ignorare le reali situazioni in cui versa la sanità pugliese. L’ospedale di Castellaneta è stato abbandonato a se stesso con un unico e chiaro obbiettivo: portarlo alla chiusura. Lo stato in cui lavorano gli operatori sanitari non ha nulla da invidiare ai peggiori ospedali del terzo mondo. Questa situazione non è più accettabile né dagli operatori sanitari, né dai cittadini”.
    Brizio occuperà e manifesterà all’interno del nosocomio castellanetano fino a quando il presidente della Giunta e l’assessore alla Sanità non saranno intervenuti.
    Intanto i sindaci di Mottola, Laterza, Castellaneta, Massafra e Ginosa restano sul piede di guerra e attendono la convocazione della Conferenza dei sindaci di lunedì.
    “Ad oggi - commenta il consigliere provinciale azzurro Angelo Lattarulo - la situazione non è mutata e l’annuncio del consigliere Gentile dell’apetura delle sale parto per avanti ieri (26 giugno) è stato sconfessato. Le sale restano chiuse. Attendiamo i risultati della conferenza dei sindaci, ma restiamo pronti a scendere in campo”.


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    00 30/06/2007 19:31
    A mali estremi estremi rimedi...
    Spero che quest'azione del CP Brizio (che è gia tornato a casa) e quella del Vescovo Di castellaneta non cadano nel vuoto.... Castellaneta ha bisogno dll'ospedale ,come tutti i comuni linitrofi, è la gente che lo chiede e perciò se questa iniziativa serve deve essere appoggiata da noi tutti .. noi Cittadini di castellaneta
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    00 30/06/2007 20:01
    io mi chiedo che credibilità ha una operazione così meschinamente politica come quella di Brizio...

    ma non si vergogna di fare certe pagliacciate lui che con la sua "famiglia" ha disamministrato ininterrottamente per decenni la sanità pubblica tarantina (e inaugurato più volte un qualcosa che non andava inaugurato)?

    ma i reparti non aprono nei prossimissimi giorni?


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    00 30/06/2007 20:42
    Re:

    Scritto da: dapi 30/06/2007 20.01
    io mi chiedo che credibilità ha una operazione così meschinamente politica come quella di Brizio...

    ma non si vergogna di fare certe pagliacciate lui che con la sua "famiglia" ha disamministrato ininterrottamente per decenni la sanità pubblica tarantina (e inaugurato più volte un qualcosa che non andava inaugurato)?

    ma i reparti non aprono nei prossimissimi giorni?



    Concordo nella sostanza,

    ma lasciamo a cesare, quel che è di cesare: e mi riferisco alle inaugurazioni, alla strumentalizzazione elettorale ed ai NASTRI a ripetizione (soprattutto).
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    dapi
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    00 02/07/2007 08:58
    Dal Corriere del Giorno di Ieri
    Domani riapre Ostetricia
    Simone Brizio, dopo due giorni e due notti, ottenute rassicurazioni da Vendola, lascia l’occupazione dell’ospedale. Il rilancio primo problema del nuovo direttore. Il ruolo del vescovo

    CASTELLANETA - “Contento io, più contenti loro”.
    Chiama Vendola, gli dà appuntamento a Bari e Brizio lascia l’occupazione dell’ospedale.
    Un mezzogiorno movimentato, ieri sul municipio di Castellaneta: la stanza del sindaco è piena dei nuovi assessori che stanno accettando la nomina, Sara Tanzarella in premaman, Maurizio Cristini già aggrappato alla scrivania del trono, da vicesindaco appena in carica, Alfredo Cellamare, minuto ma in levitazione perché i Servizi sociali sono un incarico di stringente attualità, Vito Perrone, padrone di casa, e Luigi Fiorito in tenuta agricola, per rispettare la delega ricevuta. Passato il trambusto delle firme, l’architetto Capriuli, con un soave e ironico sorriso, elabora una strategia bellica ex post e mormora quasi un gemito: qui, chi è assente quando torna trova un carico
    di incarichi. Sottindende: io, rappresentante delle due liste del sindaco, oltre 1300 voti, ho ricevuto solo la promessa di elezione alla Comunità montana, un ente inutile e ora esposto da Stella e Rizzo agli sberleffi nazionali. Più tardi il sindaco Italo D’Alessandro, riassumendo il caso ospedale, ma anche rispondendo al suo consigliere, elabora la sua di strategia bellica: è la tenacia e la determinazione che danno risultati.
    Schermaglie da “stanza dei bottoni”, amichevoli, ma solo perchè si è agli inizi: così è in ogni luogo del potere.
    Ma il protagonista della mattinata è Simone Brizio, che, per restare alle immagini belliche del contesto, torna in Comune come
    un generale vittorioso tornerebbe nei suoi accampamenti dopo la vittoria in campo aperto.
    Ha le occhiaie perchè ha dormito per due notti su una sedia della hall dell’ospedale, il suo campo di battaglia, e racconta: “Ho appena lasciato l’occupazione dell’ospedale perché mi ha chiamato il presidente della Regione Nichi Vendola informandomi che non poteva venire a Castellaneta perché in partenza per Bruxelles, convocando me il sindaco e una delegazione di medici in Regione al suo ritorno e, quindi, chiedendomi di desistere dalla mia iniziativa.
    Il 10 luglio, continua il racconto di Brizio, Vendola ha detto che nominerà il nuovo management alla Asl tarantina e il primo problema sarà il rilancio dell’ospedale di Castellaneta. E chiederà che il nuovo direttore generale incontri anche il vescovo Pietro Maria Fragnelli che si è molto interessato al problema dell’ospedale.
    Comunque, riprende il racconto di Brizio, da lunedì, domani, riapriranno le sale operatorie di Ostetricia, si potrà ricominciare a nascere.
    Consigliere come si trova un moderato a fare gesti da sinistra radicale, qual è l’occupazione di una struttura pubblica?
    Dissi subito che la facevo a malincuore e per esasperazione, però ho visto che farla fa bene; anche se era una manifestazione inutile, perché in due giorni s’è ottenuto il risultato atteso, lo sblocco delle sale parto e l’impegno a concentrare attenzione e forze sull’intera questione.
    Aggiunge il sindaco: la sinistra capisce subito i problemi rappresentati alla sua maniera. Ne ho avuta una conferma per la Sp 13, per la quale ho avuto la riunione fra amministratori e tecnici dopo molte insistenze e perfino grazie alle parole persuasive del direttore generale della Provincia che è un mio collega. Al più presto scioglieremo il nodo del semaforo sulla Sp 13.
    Brizio riprende il suo dire: Mi preme sottolineare un gesto politico in questa storia. Io avrei potuto fare l’occupazione durante la campagna elettorale; invece ho aspettato il risultato del voto, per dare al problema il peso che merita: agire come istituzioni. Una cosa è fare un’iniziativa come partito, un altra è come istituzione: il consigliere regionale e il sindaco.
    Consigliere due giorni intensi... Ricordo il mio primo giorno, fui accolto da diffidenza e sfiducia da parte degli operatori sanitari. Oggi al momento di andar via ho visto solo sorrisi di gratitudine e una preghiera: quella di non abbandonarli.
    Sono contento io per il risultato raggiunto, sono contenti loro. Medici e infermieri sono pronti a fare il massimo a rimettere su l’ospedale; ma vogliono sentire vicini politici e cittadini.
    Consigliere nell’assemblea col vescovo due medici hanno fatto delle accuse severe: Tac vecchia e inutile, sale operatorie che non si aprono per tenere vicino alle loro case quattro infermieri. Il locali della Tac e della Risonanza sono distanti dall’ospedale.
    Poi esiste il problema del vecchio ospedale, in cui funzionano due o tre uffici... Anche questi sono i problemi dei quali parleremo con Vendola e il nuovo direttore.
    Ma vorrei ricordare che in passato abbiamo chiesto alla Asl di dare al comune la sede di Viale Verdi e spostare nel vecchio ospedale tutti gli uffici sanitari. Il Comune, poi, raccoglierebbe lì tutti i suoi uffici oggi sparsi qua e là per la città. In più la sede di Viale Verde è centralissima.
    Una storia, questa dell’ospedale di Castellaneta, durata poco meno di due mesi.
    Il 4 maggio chiuse il reparto dell’Utic perché nei tubi dell’ossigeno passava protossido di azoto, che uccise 8 persone. Poco dopo chiuse anche Ostetricia. In questi due mesi l’ospedale è stato evitato da chiunque lo potesse, fino a giungere alle frustranti cifre dell’altro ieri: 68 ricoverati su 180 posti. Pazienti, medici e infermieri pativano una qual angoscia: i primi perché o dovevano aspettare o dovevano andar lontano; gli altri perché è lunga la giornata nei reparti vuoti: vuoti, per altro, anche per pregiudiziale diffidenza verso tutti e tutto.
    Ognuno si lamentava con chi poteva, alcuni con i politici, altri con il vescovo.
    Poi, come un frutto maturo, vescovo e politico, Fragnelli e Brizio, impostano due iniziative: la convocazione dei politici della diocesi, il vescovo, per trovare insieme il da fare; l’occupazione dell’ospedale Brizio. A Bari la drammaticità del caso appare in tutta la sua evidenza e si fa ciò che sarebbe stato meglio fare subito.
    Anzi prima che la tragedia scoppiasse.
    M. C.


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    00 02/07/2007 09:23
    Lasciando perdere il cappello introduttivo sulla questione amministrativa (c'è la cartella apposita per parlare di questo) mi soffermo sulla vicenda ospedale.

    Ma è possibile che il consigliere Brizio venga dipinto dal giornalista come un novello Giovanna(o) D'Arco?
    Mha... io avrei da dire la mia su questa questione... proprio ieri sera passando sul sito della Rai mi sono trovato di fronte ad uno dei migliori programmi autoprodotti per la RAI (report).

    Io mi chiedo dov'era questo novello crociato pro cittadino quando succedevano le cose descritte nel reportage (a poco più della metà del filmato visto che quei brloni di report si soffermano molto su Taranto Arsenale, Comune ed Asl...). Il video si trova al link: http://www.rai.tv/mpwebtv/0,,2,00.html

    Dov'era quando nell'ufficio del Direttore Generale si spendevano 120000 euro per la ristrutturazione di un bagno. Dov'era e dov'è quando non sono stati cacciati i dirigenti sui quali è in corso un procedimento penale. Dov'era e dov'è quando la Manghisi è stata reintrodotta al suo posto di lavoro (nonostante la sospensione che aveva ricevuto). Dov'era e dov'è quando le casse della sanità ionica erano vuote...

    Oggi, invece il novello crociato (crociato anche perché rientrato nei ranghi del partito dell'UDC) nostrano, fa battaglie contro la regione, quella regione che di fronte ad uno scandalo come quello dell'ospedale castellanetano (per il quale bisogna anche vedere se le responsabilità non sono pregresse) per togliere ogni dubbio ha rimosso il DG dell'ASL di fronte al minimo dubbio (ci sono solo avvisi di garanzia... ma nient'altro!) Lo stessa regione che ha chiesto di chiudere dei reparti per tutelare i cittadini di fronte a nuovi errori (qui però non è stata tanto tempestiva a rimettere tutto in regola in tempi brevi).

    ma ora torniamo al giornalismo, quel giornalismo che in questi giorni (ma anche prima) sta dando il meglio di se sui fogli locali... il giornalismo che sbatte in prima pagina il suicidio, e non ha nemmeno un po' di pudore e di rispetto per un atto cosi personale e delicato (ma l'etica del giornalista... di dipingere su cose delicate come queste dove è finita?) e poi tratta la politica come una soap opera, dipingendole con colori pastello... ma prendessero esempio dalla Gabbanelli che non è nemmeno giornalista, ma potrebbe dare lezioni di giornalismo a tutti quanti. Iniziassero a fare delle inchieste vere, e non a trattare i temi del gossip della politica. Iniziassero a fare domande scomode a tutti quelli di destra e di sinistra anche su un punto tanto delicato (e su cui ci sarebbe da scrivere una storia con più volumi dell'enciclopedia britannica). Iniziassero a scoprire gli altarini della sanità nostrana, dagli intrallazzi che si sono fatti in tutti questi anni fino a finire ai piccoli favoritismi quotidiani che vanno dal salto delle liste d'attesa (se sei amico di qualcuno) e via discorrendo...

    E poi un'ultima cosa, forse l più cattiva, visto l'ambiente particolare che abbiamo giù. Ma caro Vescovo, perchè si è fatto trascinare in una polemica così brutalmente politica? tutti sapevano da qualche settimana, vedi l'annuncio fatto anche a Mottola, che il reparto di ostetricia sarebbe stato riaperto oggi. Sicuramente è stato in buona fede (almeno spero), ma non poteva muoversi in ambiti prettamente religiosi? Da oggi qualche politico sfrutterà la sua discesa nel campo "politico" e inizierà a tirarle la giacchetta!!!


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    soloilvento
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    00 02/07/2007 12:19
    Re:

    Scritto da: dapi 02/07/2007 9.23

    Ma è possibile che il consigliere Brizio venga dipinto dal giornalista come un novello Giovanna(o) D'Arco?
    Mha... io avrei da dire la mia su questa questione... proprio ieri sera passando sul sito della Rai mi sono trovato di fronte ad uno dei migliori programmi autoprodotti per la RAI (report).

    Io mi chiedo dov'era questo novello crociato pro cittadino quando succedevano le cose descritte nel reportage (a poco più della metà del filmato visto che quei brloni di report si soffermano molto su Taranto Arsenale, Comune ed Asl...). Il video si trova al link: http://www.rai.tv/mpwebtv/0,,2,00.html
    !!



    Dov'era lui lo sappiamo , il problema che di devi porre e che non sa sa DOVERANO TUTTI GLI ALTRI !!


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    dapi
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    00 02/07/2007 13:29
    Re: Re:

    Scritto da: soloilvento 02/07/2007 12.19
    Dov'era lui lo sappiamo , il problema che di devi porre e che non sa sa DOVERANO TUTTI GLI ALTRI !!



    Infatti dov'erano?
    faccio delle ipotesi:

    I giornalisti erano a scriver pezzi sul gossip "politico" [SM=g27837]
    La Sinistra era a accusare la giunta rana per le strade provinciali e il ponte sul fiume Lato (e poi si vede come stanno andando le cose) [SM=g27814]
    I vescovi e i preti stavano ad incensare i nastri delle inaugurazioni della piramide del Louvre nostrana...

    e i cittadini...

    Alcuni cittadini erano felici di esser stati assunti come infermieri pur non sapendo nemmeno cosa fosse quel pezzo di ferro forato attaccato al tubicino trasparente con liquidi strani, altri eran felici di aver superato la lista d'attesa grazie all'amico degli amici) per farsi una Tac con uno strumento che chiamare moderno, è un insulto...,ed altri (la maggioranza) ancora eran incazzati perchè grazie ai "contenti di prima" per fare un esame dovevano aspettare 6 mesi...


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    00 07/07/2007 17:31
    Certo che....
    castellaneta con gli avvelenamenti..sta andando forte....
    Ora e toccato agli agricoltori....poveri noi....sembra che ci stiamo avvicinando alla fine del mondo!!!! [SM=g27828] o [SM=g27825]
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    Si sta ambientando
    00 07/07/2007 18:38
    punto di vista.
    Per me, purtroppo, nulla è più importante di dare dignità a quelle povere persone che hanno perso la vita, dandogli una giusta verità nel campo della giustizia, e ritento anche che sia importante ridare dignità ad un comparto, di operatori sanitari, che ogni giorno fanno il loro dovere per salvare la vita di loro simili, e che magari nei casi di castellaneta non potevano sapere cosa c'era sotto.

    Basta con le speculazioni politiche. (Non mi riferisco ai forumisti, ma a tutti gli altri.) [SM=g27833]
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    dapi
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    00 08/07/2007 20:44
    Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Oggi
    Castellaneta, l’impegno di Vendola l’Ospedale verrà rilanciato
    Riapre il reparto di Ostetricia e a breve anche quello di Endoscopia

    ANGELO LORETO
    CASTELLANETA. ”Siamo soddisfatti dell’esito dell’incontro con il presidente Vendola, crediamo che ci siano finalmente i presupposti per rilanciare il nuovo ospedale: l’apertura di Ostetricia e quella prossima di Endoscopia ne sono le prove”. Il sindaco Italo D’Alessandro ha guidato la delegazione di politici che nella serata di venerdì si è recata nella sede della Regione a Bari per parlare del delicato tema dell’ospedale cittadino. Il summit è arrivato all’indomani della riapertura del blocco parto, chiuso da oltre un mese, mentre domani dovrebbe tornare a completo regime la sezione di Endoscopia digestiva, anch’essa off limits da diverse settimane.
    Con il primo cittadino c'erano anche l’assessore comunale alla Sanità Alfredo Cellamare e i consiglieri regionali Pietro Lospinuso (An), Nicola Tagliente (Fi), Antonio Scalera e Simone Brizio (Udc). Proprio quest’ultimo - a seguito delle numerose denunce dei medici che da oltre un mese sono in stato di agitazione permanente per protestare contro l’immobilismo della Asl - era stato il primo a lanciare la protesta la scorsa settimana, “occupando” pacificamente l’ospedale per due giorni e due notti e chiedendo l’intervento di Vendola per risollevare le sorti di una struttura sanitaria che, a causa dello scandalo delle otto morti sospette, ha dovuto subire una fuga di pazienti “per la quale - spiega il sindaco - sopportiamo non poche spese in termini di mobilità passiva ”. Ma Vendola ha risposto, convocando i politici ionici e annunciando di essere pronto a venire a Castellaneta, per recarsi in ospedale e per incontrare il vescovo Fragnelli, anch’egli si è interessato della questione, convocando politici e amministratori e facendosi portavoce delle ragioni dei medici. Vendola ha detto che verrà in provincia di Taranto dopo la nomina del nuovo direttore generale della Asl tarantina che dovrebbe avvenire tra due giorni. Con lui saranno indicati anche il nuovo direttore sanitario e quello amministrativo.
    ”Verrò a Castellaneta - ha voluto spiegare lo stesso presidente della Regione - dopo l’attuazione del nuovo programma amministrativo e non di quello mediatico da parte della direzione della Asl. Mostreremo come le scelte della nuova direzione diventeranno realtà”. “E' stato un incontro serio e proficuo - ha commentato il sindaco D’Alessandro -. Tengo inoltre a ringraziare il commissario Sessa in quanto ha rispettato il programma che aveva annunciato, facendo riaprire Ostetricia mentre Endoscopia dovrebbe tornare in funzione lunedì”.


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    00 13/07/2007 15:50
    Ottime Notizie: dal corriere del giorno
    Si ritorna a nascere
    Aperta la sala parto


    CASTELLANETA - L’assessore alla Sanità Alfredo Cellamare trasmette al “Corriere” il fax di Sessa e la contentezza sua e della giunta. Il fax del commissario della Asl, al sindaco Italo D’Alessandro sancisce ufficialmente la riapertura dei reparti nell’opedale castellanetano.
    Questo il testo. “Alle ore 16 del 9 luglio scorso è ripresa l’attività di ricovero delle gestanti e la riattivazione dell’attività chirurgica del blocco parto dello stabilimento Ospedaliero di Castellaneta”.
    L’ultimo atto di Sessa alla guida della sanità jonica prima di cedere il testimone al neo direttore generale Colasanto.
    Al quale la questione dell’opedale di Castellaneta e si riproporra come un rebus, magari con una soluzione.
    Lentamente e senza poche difficoltà, quindi, il nosocomio della città di Valentino riprende la sua attività.
    Si ritorna a nascere.
    Paolo Nico


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    00 11/09/2008 11:23
    Finalmente
    Dissequestrata l'UTIC
    Restituito all’ospedale il reparto in cui sedici mesi fa, in quindici giorni morirono otto pazienti perché da alcuni tubicini, invece di respirare ossigeno, respirarono protossido di azoto

    CASTELLANETA - Si chiude un capitolo tragico.
    Su ordne del pm Mario Barruffa, i carabinieri hanno dissequestrato l’Utic, l’unità coronarica che contò otto morti in quindici pochi giorni, perché da certi tubicini invece d’uscire ossigeno, usciva protossido di azoto.
    Insieme con questo importante provvedimento, è stata firmata la delibera per l’acquisto di una nuova Tac di ultima generazione, costo 700 mila euro. Ed è stata anche firmata la delibera per l’acquisto di una nuova cucina da 40 mila euro. Il direttore Colasanto, inoltre sta approntando la gara per una nuova risonanza magnetica ed ha acquistato un ecocolordoppler per Ostetricia e ginecologia.
    La sera del 4 maggio scorso fu una serataccia per Castellaneta; la seconda della sua storia, dopo il 7 febbraio dell’85, quell’alba del crollo in cui perirono 34 persone.
    Si sparse la voce che nell’Utic qualcosa non funzionava perché erano morti troppi pazienti, che non erano cardiopatici gravi.
    Il reparto fu chiuso d’autorità, si scoprì che gli assassini erano i tubi, dai quali veniva iniettato veleno nei pazienti, invece di ossigeno, il direttore generale fu messo in discussione, l’ospedale si svuotò, qualche mese dopo intervenne il vescovo Mons. Pietro Maria Fragnelli per stimolare la Regione e medici e infermieri e politici locali a far qualcosa per ridare all’ospedale un’immagine e una fama di efficienza e di dedizione.
    Seguì il tran tran delle inchieste, delle perizie, delle accuse e delle controaccuse.
    Ma per tutti è rimasta senza risposta la domanda: ma com’è stata possibile una sciagura del genere? In un ospedale, poi?
    Quei giorni Castellaneta stette sulle prime pagine italiane e per qualche giorno anche internazionali, come uno dei tanti casi di malasanità.
    Ed essendo Castellaneta una città del Sud, anzi del profondo Sud, si passò tutti come territorio in regressione verso il terzo mondo.
    Furono, quelle, giornate di lutto: sia per i parenti dei morti, che avevano scoperto d’aver perso i loro cari non per mano di madre natura, ma per maldestre mani umani; sia per i castellanetani e tutti gli abitanti dell’hinterland per i quali quell’ospedale era il loro.
    Come al solito infuriò anche il gossip delle nomine e delle destituzioni politiche; ma la gente non si appassionò per nulla a quelle storie: diffidò dell’ospedale e acuì il senso di frustrazione e di prostrazione di tutti gli altri medici e infermieri che, fino ad allora avevano lavorato a pieno regime, a corsie piene, circondati da fiducia e cordialità.
    In quei giorni chi poteva lasciò l’ospedale e nessuno vi si fece ricoverare.
    Già di per sé le corsie sono un triste spettacolo, vuote, ma di fuga, erano una spettacolo desolante, anzi spettrale.
    L’ospedale fu passato ai raggi X, divenne un malato anch’esso: fu scritto che aveva avuto più inaugurazioni, fu ridicolizzata la piramide interna da 10mila euro a pannello di vetro, furono messe nel novero degli sprechi le scale mobili e gli spazi immensi, vuoti e gli ambulatori-bugigattoli per i medici, gli ascensori che non potevano portare un paziente in barella, la Tac e la risonanza che era rimasta nel vecchio ospedale e che per portare lì un paziente occorreva l’intervento dell’ambulanza del 118 e se quella del posto non c’era si chiamava quella di Ginosa, a 20 km, per percorre trecento metri. Ciascuno poi colorì e arricchì di suo queste ed altre disfunzioni.
    Il dissequestro sancisce che le autorità hanno adempiuto a tutt la prassi di queste circostanze e che hanno restituito all’ospedale, a medici e infermieri, alla città e al territorio circostante un luogo di cura.
    Il reparto chiuso era di per sé segno che non tutto fosse stato risolto, alimentava la diffidenza civica. Ora tutto è finito.
    E, quasi un cadeau per risollevare gli spiriti e risarcire i lutti dell’intera comunità, ecco la Tac nuova, anch’essa la vecchia era stata messa sotto accusa; la risonanza in arrivo, le cucine nuove, Ostetricia e Ginecologia in condizioni di lavorare meglio e con maggiore sveltezza ed efficienza.
    Quella “nottata” è passata. E’ durata sedici mesi, ma è finita.
    Resta, però, irrisolta la causa principale di questo episodio di malasanità: la politicizzazione della sanità, anzi la sua partitizzazione.
    Fino a quando gli ospedali saranno strumento di potere, e di affari, gestiti dai potenti partitanti in una incessante scala gerarchica, presidente e assessori regionali, che nominano i direttori generali, costoro che nominano altri dirigenti e primari e “primarietti” (i raccomandatissimi) e s’impicciano di appalti e forniture ed altro, la cura dei cittadini, il loro diritto alla salute, l’etica della sollecitudine verso i più deboli, saranno solo un accidente, o una foglia di fico su altre pudenda.
    Dopo Castellaneta è venuta la clinica Santa Rita della grande Milano; ma non sono ancora udibili voci nitide della politica che lasci la sanità a medici e pazienti.
    M. C.


    corgiorno 10 settembre 2008


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