Domani riapre Ostetricia
Simone Brizio, dopo due giorni e due notti, ottenute rassicurazioni da Vendola, lascia l’occupazione dell’ospedale. Il rilancio primo problema del nuovo direttore. Il ruolo del vescovo
CASTELLANETA - “Contento io, più contenti loro”.
Chiama Vendola, gli dà appuntamento a Bari e Brizio lascia l’occupazione dell’ospedale.
Un mezzogiorno movimentato, ieri sul municipio di Castellaneta: la stanza del sindaco è piena dei nuovi assessori che stanno accettando la nomina, Sara Tanzarella in premaman, Maurizio Cristini già aggrappato alla scrivania del trono, da vicesindaco appena in carica, Alfredo Cellamare, minuto ma in levitazione perché i Servizi sociali sono un incarico di stringente attualità, Vito Perrone, padrone di casa, e Luigi Fiorito in tenuta agricola, per rispettare la delega ricevuta. Passato il trambusto delle firme, l’architetto Capriuli, con un soave e ironico sorriso, elabora una strategia bellica ex post e mormora quasi un gemito: qui, chi è assente quando torna trova un carico
di incarichi. Sottindende: io, rappresentante delle due liste del sindaco, oltre 1300 voti, ho ricevuto solo la promessa di elezione alla Comunità montana, un ente inutile e ora esposto da Stella e Rizzo agli sberleffi nazionali. Più tardi il sindaco Italo D’Alessandro, riassumendo il caso ospedale, ma anche rispondendo al suo consigliere, elabora la sua di strategia bellica: è la tenacia e la determinazione che danno risultati.
Schermaglie da “stanza dei bottoni”, amichevoli, ma solo perchè si è agli inizi: così è in ogni luogo del potere.
Ma il protagonista della mattinata è Simone Brizio, che, per restare alle immagini belliche del contesto, torna in Comune come
un generale vittorioso tornerebbe nei suoi accampamenti dopo la vittoria in campo aperto.
Ha le occhiaie perchè ha dormito per due notti su una sedia della hall dell’ospedale, il suo campo di battaglia, e racconta: “Ho appena lasciato l’occupazione dell’ospedale perché mi ha chiamato il presidente della Regione Nichi Vendola informandomi che non poteva venire a Castellaneta perché in partenza per Bruxelles, convocando me il sindaco e una delegazione di medici in Regione al suo ritorno e, quindi, chiedendomi di desistere dalla mia iniziativa.
Il 10 luglio, continua il racconto di Brizio, Vendola ha detto che nominerà il nuovo management alla Asl tarantina e il primo problema sarà il rilancio dell’ospedale di Castellaneta. E chiederà che il nuovo direttore generale incontri anche il vescovo Pietro Maria Fragnelli che si è molto interessato al problema dell’ospedale.
Comunque, riprende il racconto di Brizio, da lunedì, domani, riapriranno le sale operatorie di Ostetricia, si potrà ricominciare a nascere.
Consigliere come si trova un moderato a fare gesti da sinistra radicale, qual è l’occupazione di una struttura pubblica?
Dissi subito che la facevo a malincuore e per esasperazione, però ho visto che farla fa bene; anche se era una manifestazione inutile, perché in due giorni s’è ottenuto il risultato atteso, lo sblocco delle sale parto e l’impegno a concentrare attenzione e forze sull’intera questione.
Aggiunge il sindaco: la sinistra capisce subito i problemi rappresentati alla sua maniera. Ne ho avuta una conferma per la Sp 13, per la quale ho avuto la riunione fra amministratori e tecnici dopo molte insistenze e perfino grazie alle parole persuasive del direttore generale della Provincia che è un mio collega. Al più presto scioglieremo il nodo del semaforo sulla Sp 13.
Brizio riprende il suo dire: Mi preme sottolineare un gesto politico in questa storia. Io avrei potuto fare l’occupazione durante la campagna elettorale; invece ho aspettato il risultato del voto, per dare al problema il peso che merita: agire come istituzioni. Una cosa è fare un’iniziativa come partito, un altra è come istituzione: il consigliere regionale e il sindaco.
Consigliere due giorni intensi... Ricordo il mio primo giorno, fui accolto da diffidenza e sfiducia da parte degli operatori sanitari. Oggi al momento di andar via ho visto solo sorrisi di gratitudine e una preghiera: quella di non abbandonarli.
Sono contento io per il risultato raggiunto, sono contenti loro. Medici e infermieri sono pronti a fare il massimo a rimettere su l’ospedale; ma vogliono sentire vicini politici e cittadini.
Consigliere nell’assemblea col vescovo due medici hanno fatto delle accuse severe: Tac vecchia e inutile, sale operatorie che non si aprono per tenere vicino alle loro case quattro infermieri. Il locali della Tac e della Risonanza sono distanti dall’ospedale.
Poi esiste il problema del vecchio ospedale, in cui funzionano due o tre uffici... Anche questi sono i problemi dei quali parleremo con Vendola e il nuovo direttore.
Ma vorrei ricordare che in passato abbiamo chiesto alla Asl di dare al comune la sede di Viale Verdi e spostare nel vecchio ospedale tutti gli uffici sanitari. Il Comune, poi, raccoglierebbe lì tutti i suoi uffici oggi sparsi qua e là per la città. In più la sede di Viale Verde è centralissima.
Una storia, questa dell’ospedale di Castellaneta, durata poco meno di due mesi.
Il 4 maggio chiuse il reparto dell’Utic perché nei tubi dell’ossigeno passava protossido di azoto, che uccise 8 persone. Poco dopo chiuse anche Ostetricia. In questi due mesi l’ospedale è stato evitato da chiunque lo potesse, fino a giungere alle frustranti cifre dell’altro ieri: 68 ricoverati su 180 posti. Pazienti, medici e infermieri pativano una qual angoscia: i primi perché o dovevano aspettare o dovevano andar lontano; gli altri perché è lunga la giornata nei reparti vuoti: vuoti, per altro, anche per pregiudiziale diffidenza verso tutti e tutto.
Ognuno si lamentava con chi poteva, alcuni con i politici, altri con il vescovo.
Poi, come un frutto maturo, vescovo e politico, Fragnelli e Brizio, impostano due iniziative: la convocazione dei politici della diocesi, il vescovo, per trovare insieme il da fare; l’occupazione dell’ospedale Brizio. A Bari la drammaticità del caso appare in tutta la sua evidenza e si fa ciò che sarebbe stato meglio fare subito.
Anzi prima che la tragedia scoppiasse.
M. C.