apprendo dell'appello di Fabio Salvatore sull'orario di chiusura delle discoteco. NE prendo atto anche perchè io pensavo ci fosse già una legge sull'orario di chiusura (le quattro di mattina), anche perchè in moltio miei amici di milano si meravigliavano degli orari "castellanetani"
può bastare però solo questo? no... io ripeto alla nausea che i controlli da noi non esistono, ne all'apertura delle disco ne alla chiusura (qualche bell'esame del palloncino farebbe bene), così come dice il Sindaco nell'altro articolo. ma sig. sindaco non potrebbe anche lei intervenire, in fondo la polizia urbana può fare questi controlli... ah... vero, siamo tra i pochi paesi in cui la serranda dell'ufficio dei vigili si abbassa dl calar del sole.... altrove la polizia locale (così si chiama in lombardia) è attiva 24 h su 24, e non solo a milano anche nei paesi limitrofi...
CHIUDERE PRIMA LE DISCOTECHE PER EVITARE LE STRAGI DEL SABATO SERA"
L'INCHIESTA DELLA GAZZETTA: La proposta dell'artista Fabio Salvatore
Ma una presenza più marcata delle forze dell’ordine, come richiesto dagli operatori del settore nella prima puntata dell’inchiesta della Gazzetta pubblicata ieri, non sarebbe l’unica soluzione per un problema che appare più ampio. Fabio Salvatore, attore e regista, è il figlio dell’ultima vittima della strada provinciale 13 che collega Castellaneta a Castellaneta Marina. Fabio, con lo pseudonimo Adamas, è stato per anni il vocalist del Nafoura. Al suono della sua voce i giovani della notte ballavano, gridavano, battevano le mani. “Ma in questi ultimi due anni – dice oggi - ho fatto fatica a lavorare nelle discoteche. La scorsa estate, proprio nel corso di una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, e questo dimostra come non parlo solo oggi all’indomani di un tragico fatto per me e la mia famiglia, denunciai il fatto che in una discoteca fosse arrivato come ospite Fabrizio Corona: fui preso per sciacallo, ma quello era un esempio della direzione in cui stanno andando i nostri tempi. Ormai nelle grandi discoteche non mi ritrovo più, ma non do la colpa ai gestori. Dico invece che ci vuole un segnale forte, ovvero chiudere le discoteche alle 4. In estate, nel centro di Castellaneta Marina, i ragazzi dall’uscita dalle discoteche trasformano la domenica mattina in un far west. Mi chiedo se è normale che si arrivi a questo”.
A seguito dell’incidente di domenica 20 Fabio Salvatore ha deciso di lanciare una nuova campagna di sensibilizzazione. Si chiamerà “Che sia buona vita” e verrà presentata domani mattina in Provincia alla presenza del vicesindaco Cristini, del vice presidente della Provincia Fabbiano, del consigliere provinciale Rubino, dei consiglieri regionali Brizio, Costantino e Lospinuso, del responsabile del 118 Balzanelli. “La mia duplice veste – ci tiene a sottolineare - mette da parte il sentimento. Mi ritengo un “recidivo” in quanto da anni faccio spot per sensibilizzare i giovani alla sicurezza stradale. Il mio è un messaggio di vita: dobbiamo far capire il valore della vita e a dirlo è chi da nove anni combatte contro il cancro e da cinque all’interno delle discoteche. Dobbiamo capire che si tratta però di un problema generazionale: c’è una generazione che in questo periodo non ama e non rispetta la vita. Al tempo stesso non accetto speculazioni così come non accetto che qualcuno si permetta di incolpare solamente le strade. Gli incidenti mortali accadono sia sulla strada provinciale 13 che sulle strade statali”. “Vorrei che il sacrificio di mio padre – continua Salvatore - sia da sprone. Io sono cattolico, credo che ci sia un aldilà e credo sia migliore di qui. La vita continua, ma il dolore deve essere ripagato con maggiore attenzione. Quella di mio padre è stata la prima morte su quella strada legata al sabato notte. Mi auguro che sia l’ultima, ma perché questo accada deve cambiare la mente di chi va in discoteca. Evidentemente il problema è questo, perché io ho lavorato in discoteca per anni e sono sempre tornato a casa con le mie gambe. Cambiare la mente si può fare però solo con la concertazione tra le istituzioni, la Chiesa, i gestori e le forze dell’ordine. Le menti cambieranno solo se cambierà un sistema che al momento è marcio. Si può fare se i gestori si attengono ad una deontologia e non lasciare le discoteche aperte sino alle 10 del mattino come accaduto la scorsa estate. La politica, dal canto suo, si deve mettere a disposizione della vita, ma senza fare strumentalizzazioni”. E quello che Salvatore definisce un “sistema marcio” gli ha fatto prendere una decisione drastica: “Ho deciso di fermarmi, non so ancora se definitivamente, con le discoteche. Quello che vedo è che forse la mia battaglia ha fallito. Il popolo della notte mi mancherà, ma da lui mi sento tradito. L’incidente in cui è morto mio padre – conclude Salvatore - ha spezzato non una, ma tre famiglie; non solo la mia, ma anche quelle dei due ragazzi feriti. Mi sembra che ad ogni singolo ragazzo debba essere spiegato e descritto il valore della vita, fargli capire quale danno fa l’alcol la mattina successiva e quale l’eroina cinque anni dopo. E questo è praticamente assurdo”.
Angelo Loreto
lunedì 04 febbraio 2008
L'inchiesta della Gazzetta: Fenomeno discoteche e sicurezza stradale, il sindaco e l'ex sindaco di Castellaneta.
Loreto: tutti colpevoli nell'aver creduto che certe forme di divertimento creassero turismo
Gli addetti ai lavori puntano il dito su una generazione di ragazzi che sembra aver perso di vista molti valori. E allo stesso tempo auspicano una maggiore presenza delle forze dell’ordine per arginare il fenomeno della deriva giovanile nelle discoteche, fatta di alcol, sostanze proibite e alta velocità, quasi sempre alla base delle stragi del sabato sera. Sulla stella lunghezza d’onda i politici e gli amministratori ascoltati nell’inchiesta della Gazzetta.“
Non si tratta di un problema riguardante Castellaneta, o la provincia di Taranto o la Puglia – dice il sindaco Italo D’Alessandro -. E’ un fenomeno che ha rilevanza nazionale perché le famigerate stragi del sabato sera si verificano da Bolzano a Canicattì, passando per Castellaneta. C’è però una chiara e stretta correlazione tra i tragici fatti e la presenza sul nostro territorio delle discoteche e dei locali notturni nei quali si riversa la “meglio gioventù”. Ora è chiaro che il ripetersi di incidenti come quello del 20 gennaio (in cui sulla strada provinciale 13 per Castellaneta Marina ci sono stati un morto e due feriti - ndr) impone un intervento drastico, anche attraverso interventi del nostro legislatore, al fine di evitare che i conducenti in stato di ebbrezza o incapaci di tenere una normale condotta di guida a causa dell’assunzione di sostanze stupefacenti possano mettersi al volante. E’ chiaro che un tale provvedimento impone controlli più serrati all’uscita delle discoteche”.
Anche D’Alessandro ritiene che “i controlli andrebbero fatti all’esterno dei locali, in modo da poter effettuare il test con l’etilometro per verificare chi sia effettivamente in grado di guidare. E in occasione – aggiunge in sindaco di Castellaneta - della riunione del Tavolo per la sicurezza chiederò al Prefetto di Taranto l’intensificazione di questi controlli. Ma occorre insistere comunque nell’azione di propaganda educativa nel rispetto della vita propria e altrui partendo dalle scuole dell’obbligo. Occorre dare comunque delle speranze ai nostri giovani e in generale recuperare una solida base morale. Come? Attraverso il recupero di valori assoluti e il rifiuto dei succedanei proposti da un consumismo esasperato. Recuperare in definitiva la cultura dell’essere piuttosto che quella dell’apparire”.
Chi invece non si sottrae da una sorta di “mea culpa” è Rocco Loreto, che in dieci anni è stato sindaco di Castellaneta, consigliere regionale e parlamentare. “Siamo tutti un po’ colpevoli – dice l’ex senatore del Pds - per aver visto certi luoghi e certe forme di divertimento come una delle diverse “domande” che venivano ad arricchire e articolare l’offerta turistica del nostro territorio. Io per primo non mi tiro fuori da responsabilità collettive che hanno consentito la crescita e lo sviluppo di un fenomeno oggi difficilmente governabile. Certo, le responsabilità sono di diverso tipo e riguardano anche istituzioni (Magistratura e forze dell’ordine) che di solito non vengono tirate in ballo o per piaggeria d’accatto o per timore. Se non facessimo un monitoraggio delle responsabilità a trecentosessanta gradi non capiremmo come possa essere possibile guidare in evidente stato di ebbrezza, nella migliore delle ipotesi, senza che ci sia una sufficiente azione di contrasto da parte delle istituzioni preposte al controllo e agli eventuali provvedimenti sanzionatori e repressivi. Si preferisce di solito cercare la scorciatoia e attribuire ogni e qualsiasi responsabilità all’inadeguatezza, rispetto all’entità del fenomeno, della rete stradale che pure è un elemento che va considerato e valutato”.
Loreto non nasconde neanche le pecche della politica: “In questi anni – spiega -, da parte della politica locale e territoriale, non c’è stata solo afasia ma in certi casi c’è stato addirittura sostegno esplicito e dichiarato per iniziative imprenditoriali nel campo delle megadiscoteche, promuovendo e facilitando la realizzazione di megastrutture del tutto sovrastimate rispetto alla capacità di sostenibilità delle stesse da parte del territorio. E oggi il popolo della notte, sempre più numeroso e trasgressivo, chiede ed ottiene sempre di più a dispetto dei limiti del buonsenso e della incolumità degli altri cittadini. Il mondo della politica evita di affrontare il problema dell’indifferibilità di una più rigorosa regolamentazione del settore per l’evidente paura di perdere consensi”.
Ma Loreto è anche, da numerosi anni, preside dell’istituto superiore “Mauro Perrone”, la più grande scuola della zona occidentale della provincia. E’ giornalmente a contatto con gli adolescenti e tocca con mano le loro passioni, le loro problematiche, i loro limiti e le loro trasgressioni: “Il sistema educativo e formativo appare sempre più disarmato e incapace di contrastare e bloccare una deriva che appare sempre più inarrestabile. La famiglia – dice Loreto -, pur non volendo generalizzare, ha già da tempo cominciato a delegare ad altre agenzie formative ed informative l’onere del problema, per cui la febbre del sabato notte, che contagia un sempre maggior numero di giovani, diventa “insonnia” del sabato notte per molti genitori che aspettano svegli in ansia il rientro a casa dei propri figli”.“
Auspicare, per rimanere in tema, che passi la nottata?” si chiede l’ex sindaco di Castellaneta. “Non credo che basti – conclude - in quanto ritengo che occorra uno scatto di impegno civico da parte degli organi politici deputati alla regolamentazione del settore con poderose iniezioni di rigore e di maggiore rispetto per l’incolumità di tutti. Normare però più rigorosamente questo settore sarebbe cosa vana se le istituzioni preposte al controllo, alla sanzione e alla repressione non si decidano a fare pienamente e non episodicamente il proprio dovere ciascuna nell’ambito delle proprie competenze. Né il mondo della scuola può tirarsi fuori dal problema, in quanto il rispetto delle regole e della vita di chiunque non possono essere considerati argomenti avulsi all’azione educativa quotidiana che è tipica del nostro sistema formativo”.
Angelo Loreto