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Ospedale: 8 morti in 12 giorni di apertura del nuovo reparto

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2008 11:23
12/05/2007 19:22
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Seppur le due cose sono distanti fra loro ecco quel che ci ha causato la sciagura dell'ospedale. Non solo morti, ma anche danni economici (seppur i primi sono inestimabili dal punto di vista quantitativo)

dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

LA DENUNCIA | Ostillio al Forum sul turismo: gli effetti della tragedia all’ospedale
« A Castellaneta disdettate 2mila camere di albergo»

«Un grosso tour operator ha disdettato in questi giorni la prenotazione di duemila camere d’albergo che aveva fatto a Castellaneta Marina per la prossima estate». Massimo Ostillio, assessore regionale al Turismo, sceglie la platea del Forum itinerante del turismo, che ieri a toccato Taranto (Cittadella delle imprese) dopo essere stato a Bari e Lecce, per lanciare una notizia choc.
«Abbiamo vissuto in questi giorni una grande tragedia, siamo vicini alle famiglie che hanno perso i loro cari, ma la disdetta da parte di ques’operatore è indicativa di come, fuori di qui, venga visto e interpretato quanto accaduto all’ospedale di Castellaneta - dice Ostillio -. La dice lunga come viene percepita all’esterno la qualità dei servizi che un territorio è in grado di offrire». Voltare pagina anche nel turismo: Ostillio
marca questo concetto e spiega che la Regione ha varato un piano triennale di promozione che fa leva anche sulla compartecipazione delle istituzioni locali, delle associazioni di impresa e del Terzo Settore.
«Noi - afferma l’assessore al Turismo - vogliamo sforzarci di mettere insieme i diversi soggetti, istituzionali e non, che hanno competenza in materia turistica. Capisco che l’individualismo della Magna Grecia sinora ci ha spinti a procedere ciascuno per proprio conto, ma dobbiamo pur pensare che di questo passo non andiamo da nessuna parte». Ostillio annuncia poi tre iniziative. La prima è che la Regione varerà in giunta, presumibilmente nella prossima settimana, un piano di marketing per il rilancio turistico di Taranto. E ancora, dal 1° giugno partiranno dagli aeroporti di Bari e Brindisi i collegamenti, via strada, con le principali località turistiche pugliesi, mentre la stessa Regione ha incaricato la direzione regionale dei Beni culturali di procedere alla nuova cartellonistica relativa al territorio regionale. «Oggi - sottolinea Ostillio - i beni culturali presenti sul territorio sono indicati male».
«Dobbiamo far prevalere il concetto che il turismo è anzitutto un richiamo culturale - dice Anna Paola Petrone Albanese, intervenuta per portare al convegno la testimionianza degli Amici dei Musei -. Oggi anche una semplice gita parrocchiale parte da questo presupposto». Sono tre le mosse che Petrone Albanese suggerisce: che il territorio sia fatto adeguatamente conoscere attraverso la pubblicità; che sia presentato altrettanto adeguatamente a chi decide di venire qui a trascorrere una vacanza («gente che abbia competenza anche storica»); infine, che ci sia un’organizzazione capace di gestire il tutto. Anche Petrone Albanese - come faranno poi, con i loro interventi Michelangelo Donvito per gli operatori turistici, Gennaro Abena per la Pro Loco, Giuseppe Graniglia del Coni - invita a fare gioco di squadra per la promozione turistica. «Taranto, malgrado i tanti problemi di questo momento, è una città straordinaria - dice Petrone Albanese -. Ma noi non sappiamo proporla, nè promuoverla, nè offrirla. Il Museo è rimasto chiuso per tanti anni e ora sarà agibile solo per il primo piano. Le tombe a camera non sono visitabili. A ciò si aggiunga che non riusciamo a darci un programma comune, a ritrovarci su poche ma essenziali cose da fare». «E’ vero, non abbiamo nulla da invidiare alle altre città - conferma Emanuele Papalia, presidente della Camera di Commercio, cui tocca aprire l’incontro -, ma se poi riscontriamo i numeri del turismo, questi non ci confortano. Ciascuno va per conto proprio, non c’è progetto, le risorse che riservano al turismo gli enti locali sono davvero esigue». Ma ora c’è un’occasione da sfruttare e sono i 25 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per la promozione. «Attraverso un accordo con Provincia e associazioni che firmeremo a giorni - spiega Papalia -, stanzieremo alcune risorse e ci daremo una programmazione che sia in grado di valorizzare i nostri eventi migliori.
Penso, facendo degli esempi, al Festival della Valle d’Itria di Martina, al Convegno internazionale di studi sulla Magna Grecia, alla Settimana Santa». Ma se procedere in ordine sparso non aiuta il turismo a crescere, c’è un altro problema che non va sottovalutato: i freni della pubblica amministrazione. I ritardi della burocrazia. Qui Papalia denuncia il caso di un operatore del versante orientale con un’azienda agrituristica che aveva proposto alcuni parcheggi amovibili nelle aree che ricadono nell’isola amministrativa del Comune di Taranto. «Si tratta di 1.500 posti auto che avrebbero sicuramente alleviato i problemi di quella zona - dice Papalia -. Bene, il Comune di Taranto prima ha promesso una risposta sollecita, poi ha preteso un supplemento di documentazione e il risultato è che quei parcheggi non saranno disponibili per l’estate che sta per arrivare. Ma così si fa un danno al turismo». «Aggregarci, lavorare in squadra, deve servire anche a combattere le inefficienze della pubblica amministrazione - conclude Papalia -. Perchè la battaglia di quell’operatore che non può investire deve essere la battaglia di tutti». [D.PA.]


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12/05/2007 21:57
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Re:

Scritto da: dapi 12/05/2007 19.22
Seppur le due cose sono distanti fra loro ecco quel che ci ha causato la sciagura dell'ospedale. Non solo morti, ma anche danni economici (seppur i primi sono inestimabili dal punto di vista quantitativo)

dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

LA DENUNCIA | Ostillio al Forum sul turismo: gli effetti della tragedia all’ospedale
« A Castellaneta disdettate 2mila camere di albergo»

«Un grosso tour operator ha disdettato in questi giorni la prenotazione di duemila camere d’albergo che aveva fatto a Castellaneta Marina per la prossima estate». Massimo Ostillio, assessore regionale al Turismo, sceglie la platea del Forum itinerante del turismo, che ieri a toccato Taranto (Cittadella delle imprese) dopo essere stato a Bari e Lecce, per lanciare una notizia choc.
«Abbiamo vissuto in questi giorni una grande tragedia, siamo vicini alle famiglie che hanno perso i loro cari, ma la disdetta da parte di ques’operatore è indicativa di come, fuori di qui, venga visto e interpretato quanto accaduto all’ospedale di Castellaneta - dice Ostillio -. La dice lunga come viene percepita all’esterno la qualità dei servizi che un territorio è in grado di offrire». Voltare pagina anche nel turismo: Ostillio
marca questo concetto e spiega che la Regione ha varato un piano triennale di promozione che fa leva anche sulla compartecipazione delle istituzioni locali, delle associazioni di impresa e del Terzo Settore. [D.PA.]



Certo che la gente è proprio IMBECILLE. O tuttti hanno bisogno del trattamento all'ossigeno (?) che l'Ospedale di Castellaneta serve malamente?
*Hae*
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IL FUTURO NON è PIù QUELLO DI UNA VOLTA.
13/05/2007 17:18
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Malasanità=Malapolitica? ma siamo davvero sicuri?
Siamo davvero sicuri che questa sia l'equazione perfetta? Siamo sicuri che Cristella nel suo articolo abbia ragione?

Siamo sicuri che la colpa sia sempre degli altri? e che noi (cittadini) in tutto questo non c'entriamo nulla?

Basta con questo populismo di quattro soldi, della sanità politicizzata (funzziona così anche a Milano dove le cose però non si risolvono nello stesso modo), di cui ci si ricorda però sempre e stranamente solo oggi!

ma siamo sicuri che la colpa in realtà non sia di noi cittadini, a cui piace che la sanità funzioni in questo modo?
NOI abbiamo paura di protestare se le cose non funzionano, perchè altrimenti perderemmo i nostri privilegi, come le code saltate grazie a qualche amico e/o il politico o l'opportunità di avere un posto nella sanità ionica (ma il discorso varrebbe anche per le armi ed altri posti) pur non avendo le adeguate competenze?

Strano e bello questo mondo in cui siamo tutti delle brave persone, ma in cui le vere mele marce siamo noi... siamo noi quelli che mantengono in piedi questo assurdo mondo...

Per piacere risparmiatevi la prossima volta di stilare certi articoli, che sparano nel mucchio... ma non dicono un piffero!

(p.s. ho mandato il post a Cristella)

dal Corriere del Giorno

Accade nei paesi
La malasanità?
Una delle figlie della malapolitica

La lezione dell’ospedale di Castellaneta

La strage da disinteresse e da interessi “altri”.
Gli otto morti dell’Utic di Castellaneta, ormai usciti dai media, restano nelle case dei loro figli e sono entrati a far parte della statistica, dei circa 32mila morti all’anno (ma altri analisti giungono a 50 mila) di malasanità.
Sono molte le cause di morti per errori diagnostici e terapeutici negli ospedali: dalle infezioni, dovute anche alla pulizia, ad errori sotto i ferri. Prima gli errori dei medici venivano sepolti, anche per la sacralità che circondava questa professione, per molti oscura e in sé con poche certezze. Ma a mano a mano che la medicina diventa scienza esatta, anche i suoi errori diventano inaccettabili, perché gli errori dei medici sono quasi tutti irreparabili: fanno passare la persona dalla vita alla morte.
Si dice: esiste un tasso fisiologico d’errore. Ed è così. Lo si riconosce, lo si risarcisce e ognuno resta col proprio dolore, o col proprio senso di colpa. Ma non può esistere un errore da menefreghismo.
Né è ammissibile un errore da strumentalizzazione politica della medicina. E, occorre dire, gli errori da menefreghismo e da strumentalizzazione politica sono fra loro in rapporto di reciprocità: l’uno istiga l’altro e viceversa.
In parole rudi: la malasanità è una delle figlie della malapolitica, è l’ennesima istituzione nazionale che serve i politici e non coloro per i quali è stata fondata, i cittadini, il popolo. Il Corriere del giorno è stato vox clamantis in deserto per alcune disfunzioni dell’ospedale di Castellaneta. Il 26 settembre scorso su queste colonne, a firma di Leonardo Rubino, privato cittadino castellanetano ed ex consigliere provinciale, si leggeva un lungo elenco di disguidi nell’ospedale. L’8 ottobre, per “stare sulla notizia”, come si suol dire quando un giornale sposa una causa, chi scrive, denunciò che quei disguidi fossero naufragati nel silenzio dei sindaci del territorio del quale l’ospedale di Castellaneta è il primo e per molti unico luogo di cura.
L’ospedale di Castellaneta, pensato nei primi anni ’80, è un classico esempio di spreco su due fronti: una struttura innecessaria e megalomane. Castellaneta aveva un ospedale, nel solito ex convento, ma quell’ospedale aveva una sua decenza. Inoltre, mentre si lavorava al nuovo, quel vecchio ospedale fu rimesso a nuovo in molti locali dal pronto soccorso, alle porte automatiche, alle centraliniste. Il nuovo ospedale, però, veniva costruito mentre era in costruzione un altro nuovo e grandioso ospedale nella vicina Mottola e la vicina Massafra aveva un suo ospedale di punta in ortopedia e oculistica. Non occorreva la genialità di Einstein per mettere in armonia, o sinergia, questi tre ospedali.
E per completare lo spreco, il nuovo ospedale di Castellaneta, mentre il vecchio, salvo pochi locali, veniva lasciato a se stesso, cioè alla rovina, è stato messo su con una distribuzione di spazi da essere pianta dalle antiche prefiche. Ma insieme con gli spazi meritano lacrime, per non far sarcasmo, i locali della Tac e della Risonanza magnetica rimasti nell’ospedale vecchio. Per cui per fare una Tac o una Risonanza a un ricoverato, per coprire non più di 300 metri, occorre il 118 di stanza o a Ginosa, 20 km per arrivare e altri 20 per tornare, o a Laterza, 15 km più 15.
Oltre queste perle, anche l’ospedale di Castellaneta patisce la cattiva sorte di tutti gli altri: la politicizzazione.
La sanità gestisce appalti milionari e migliaia di persone: non poteva non essere uno dei luoghi di maggiore appetenza dei politici che credono che il consenso si ottenga solo col potere, invece che con una amministrazione puntuale e corretta. Dal numero “uno” al numero “n”, dal primo all’ultimo, tutti, o quasi, li ospedalieri sono di nomina politica, o con la politica hanno rapporti. Finisce che il lavoro in ospedale diventi o meta o trampolino di lancio per una carriera politica. Il paziente, quindi, non è solo “numero” di una professione quando, come tutte le altre, decada in mestiere; ma anche strumento di un’altra, del tutto estranea ai suoi guai: ora la sua disumanizzazione è totale. Ma non basta, altro effetto della politicizzazione della sanità è l’infezione dell’animo di tutti: se il paziente non è il fine del proprio lavoro, chiunque si permette di osare di farne quello che vuole: dal farsi “ungere” per un servizio “ad personam”, al posporlo ai propri comodi.
Infine, questa politicizzazione spiega il mancato controllo dei sindaci sulle più delicate strutture del loro territorio, gli ospedali, appunto.
Con ospedali vettori di voti, i sindaci non s’interessano della loro funzionalità, del servizio reso ai loro concittadini più deboli, i malati, appunto; ma dell’immagine dei dirigenti dell’ospedale: se commilitoni, sempre da elogiare o difendere; se avversari sempre da accusare e vilipendere.
I sindaci hanno un piccolo ruolo nella sanità, quello dato dalla “conferenza”, una più o meno annoiata consultazione.
Ma, volendo, possono rivoluzionarla dal di dentro. Basta che facciano ciò che vorrebbero fare i parenti dei ricoverati: chiedere, ma con maggiore fermezza, un servizio dignitoso.
Basterebbe, questi sindaci, che usassero gli stessi strumenti e la stessa determinazione che usano quando per i loro starnuti vogliono un rumore da temporale estivo.
Questa partigianeria e questa assenza dei sindaci, come portavoce e tutori dei diritti dei loro concittadini, fa diventare gli ospedali strutture incustodite. E’ un’omessa vigilanza, una premessa di impunità per chi organizzi il lavoro e per chi deve svolgerlo. Per fare un piccolo esempio: una conferenza stampa dei sindaci nell’androne dell’ospedale di Castellaneta, piuttosto una hall d’albergo a cinque stelle per ampiezza, e a una stella per tutto il resto, per denunciare ad alta voce che le puerperi non avessero un ambiente climatizzato, una delle disfunzioni denunciate da Rubino, sarebbe stata una salutare scossa per tutta la dirigenza: il sentire addosso il fiato degli “utenti”, che sono, sì pazienti, ma anche committenti.
Questi episodi di disinteresse dei rappresentanti del popolo per la tutela dei diritti del popolo, e di interessi “altri” per gli addetti, sono la norma per quasi tutti gli ospedali italiani ed hanno come effetto i 32 mila morti annui ( o 50mila) per errori.
Questa strage, dalla quale, per onestà di cronaca, bisogna togliere le poche migliaia alla fine dei loro giorni, altro non dimostra che la diffusa snervatura delle istituzioni italiane per mano di chi dovrebbe esserne garante e custode: la classe politica. Responsabile di un’immoralità: tradimento di ruolo; e di un reato penale: appropriazione indebita. Epperò resta l’inquietudine che questi otto morti di Castellaneta, come i 32/50mila annui di tutt’Italia, son vittime inutili: anche questa volta è mancato il mea culpa dei responsabili di questa strage continua: i politici per aver politicizzato la sanità, contagiando, e quindi abbassando al loro livello, persone che, lontane da essi, sono di alto valore professionale e umano. Quindi da liberare dalle angustie e dai particulari della politica.
Michele Cristella
michele.cristella@corgiorno.it

[Modificato da dapi 13/05/2007 17.30]



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13/05/2007 18:40
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chiuso anche il reparto di parti cesariaa castellaneta......!!!!RISCHIO INFEZIONI
..hanno trovato delle anomalie anche nel reparto di maternita....per i cesari....RISCHIO INFEZIONI!!!!
ho letto con i miei occhi l'articolo......appena lo trovo on line....

DA PAZZI........

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={B36542F9-0B51-4AA9-B43A-08E92...


aumentati a 23 gli avvisi di garanzia!!!!

www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/12/castellaneta_indagati_anestesis...

[Modificato da dapi 13/05/2007 19.41]

...eccoVi accontentati!!!!
13/05/2007 19:45
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ricordo che gli avvis di garanzia sono una tutela per gli indagati. Permette loro di sapere che sono in corso delle indagini nei loro confronti e non vuol dire che sono colpevoli!

Hanno chiuso la sala operatoria per cesari? La prendo con filosofia, bene, almeno la finiremo di avere una percentuale più alta rispetto agli altri paesi del mondo...

p.s. è grave che non ci sia igiene...

p.p.s. Stefania il forum non è una chat, condensa i post brevi in uno solo... evita di essere precipitosa


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15/05/2007 20:33
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dal corriere del giorno
Dopo Ostetricia potrebbero essere chiusi altri reparti
Lo rivela il dottor Turi, direttore sanitario del nosocomio castellanetano

CASTELLANETA – “Da due giorni è chiuso il reparto di Ostetricia. Probabilmente nei prossimi giorni saranno interrotte altre attività”. La conferma alle indiscrezioni dei giorni scorsi è arrivata dallo stesso direttore sanitario dell’ospedale castellanetano, dott. Cosimo Turi.
Il reparto di Ostetricia da più di 48 ore non svolge più le normali attività perchè mancano i requisiti standard di sicurezza previsti dalla norma. Il direttore sanitario ha attivato l’ufficio tecnico per compiere i necessari interventi e riaprire, si spera, in tempi rapidi il reparto. Problema che molto probabilmente, così come confermato dallo stesso Turi, si ripresenterà per altre attività ospedaliere nei prossimi giorni. Quindi non sarebbe una sorpresa ritrovarsi a stretto giro con un altro reparto del nosocomio castellanetano chiuso per mancanza di sicurezza.
Fin qui la notizia, scarna e senza orpelli. Una notizia che tuttavia induce alcune lecite considerazioni. Come oramai appare evidente l’ospedale castellanetano stenta a ritornare alla normalità dopo le tragiche morti nel reparto di Unità di terapia intensiva coronarica.
Nell’occasione, la tragedia è con molta probabilità derivata da un errato collegamento dei tubi dei gas medicali che hanno portato il protossido d’azoto laddove non doveva esserci. Un errore nell’impiantistica. Di qui, anche a scopo cautelativo, la decisione di interrompere le attività nel reparto di Ostetricia, finalizzata a prevenire eventuali altre imperfezioni strutturali su cui, oggi, nessuno si arrischia più a mettere la mano sul fuoco. Proprio come quella paradossale imperfezione che ha portato la morte laddove si dovrebbero effettuare gli ultimi estremi tentativi per salvarla.
Dietro le vetrate che presentano le solite file in coda al centro unico di penetrazione, tra il via vai dei pazienti negli ambulatori, la tragedia ha lasciato il segno. Lo ha lasciato in chi oggi si sente insicuro di una struttura che fino a dieci giorni fa doveva rappresentare il polo di eccellenza della Sanità jonica e non solo. Un’insicurezza che potrebbe facilmente trasmettersi agli utenti. Al contrario, l’eccessiva prevenzione potrebbe apparire agli occhi dei pazienti come una mancanza di certezze della efficienza della struttura, ma soprattutto dei professionisti che vi lavorano. E così non si farebbe altro che rallentare il processo di recupero della credibilità di cui l’ospedale ha urgente bisogno.
Paolo Nico



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16/05/2007 09:17
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BATTUTA!
ora che son chiusi gli ospedalli...di mottola...massafra,...dove andremo a partorire??!!??
nel pronto soccorso di ginosa....oppure in casa....!!!!!


invece di andare avabnti...torniamo sempre piu indietro.....

al televideo di studio 100..parla anche di un altro reparto chiuso in ospedale...
...eccoVi accontentati!!!!
16/05/2007 20:35
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A Castellaneta continueranno a Nascere Bambini... perchè è chiusa la sala operatoria per i cesari... non la sala parto.

La chiusura non è definitiva ma temporanea


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23/05/2007 16:12
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non si sanno più notizie.....
come al solito... tutto fumo e niente arrosto.... un sacco di rumuro...e poi??

Scomparso tutto nel nulla...o sono io che non so piu notizie?
...eccoVi accontentati!!!!
23/05/2007 20:53
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ma scusa... vuoi il risultato delle indaini in una settimana?!??!


ma se per un giudizio ci vogliono anni... tu vuoi risolvere tutto in pochissimi giorni?!?!?

si parla di morti e bisogna andare con i piedi di piombo... intanto ricordati che sono stati sospesi i direttori generali!!!

se poi vogliamo vedere dottori al rogo e direttori generali... fate pure... ma io mi schifo...


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24/05/2007 09:36
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mamma mia....
quanto sei nervoso!!!io ho fatto una semplice rifressione!!
tv...giornali.... Grandi politici....per questo fatto di cronaca....e poi tutto il mondo zitto...tutto una volta...sia in paese che in tv.
Se una cosa è pubblica...deve rimanere pubblica! sia in bene che in male.

P.S. Comunque Dapi il reparto di ostetricia E' CHIUSO.( i nostri ginecologi..mandano le proprie pazienti..in altri ospedali...
quando scrivo non dico cavolate...se una cosa la so per certo ci metto la mano sul fuoco...quando sono fatti per sentito dire..lo scrivo!
...eccoVi accontentati!!!!
24/05/2007 09:47
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ho letto i giornali.... prima dicevano altro... (solo le sale operatorie)

la cosa anormale semmai è il polverone che si innalza nei giorni di uno scandalo, quando tutti vengono messi alla gogna. Poi se risultano non colpevoli.... nessuno si ricorda più di loro!


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24/05/2007 14:31
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c'e striscia la notizia....
...basta una telefonata...ed arrivano...!!
...eccoVi accontentati!!!!
24/05/2007 16:05
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?!? [SM=g27833] [SM=g27833]


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26/05/2007 16:27
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La sala parto sta per riaprire... fonte corgiorno.. purtroppo per motivi logistici non posso inserire l'articolo!


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31/05/2007 18:08
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Buone notizie
dal Corriere del Giorno:

Ospedale, c'è un piano
Confronto fra il commissario Asl Sessa e i medici per la ripresa dell’attività in sala parto e nel servizio Endoscopia. il direttore Turi: «Una data? E’ prematuro. Prima la sicurezza»

CASTELLANETA – La ripresa è lenta, ma c’è.
L’Ospedale Civile di Castellaneta sta rimettendo in piedi la sua struttura operativa, minata dagli eventi dell’UTIC che ormai sono materia giudiziaria e, purtroppo, ricordi tristi per i familiari delle otto presunte vittime. Tra qualche giorno, infatti, sarà passato un mese dallo scandalo dell’inversione dei tubi di ossigeno e protossido d’azoto nell’impianto di distribuzione dei gas medicali, evento surreale che ha scosso una comunità facendo vibrare tutta l’Italia.
Da allora, nella “grande scatola rosa” ne sono successe di cose. Sono state chiuse due unità operative, ad esempio, la sala parto ed il servizio di endoscopia. Alla base della decisione del dottor Cosimo Turi, direttore sanitario dell’ospedale, c’erano alcune carenze strutturali.
Quelle stesse carenze che oggi sembra siano state risolte.
Così come annunciato circa una settimana fa, il dottor Turi ha incontrato martedì il commissario straordinario dell’Asl tarantina, il dottor Carlo Sessa. “Nel corso della riunione – si legge in un comunicato diramato dall’Asl – la Direzione Generale ha presentato un progetto finalizzato alla riapertura delle due unità operative chiuse nei giorni scorsi. Sulle proposte è seguito un confronto con tutto il personale medico: dal dibattito sono emerse linee operative congiunte e condivise per stabilire le modalità di riapertura sia della sala parto che del servizio di endoscopia”.
La riapertura dovrebbe avvenire in tempi molto brevi: “A monte della fase organizzativa – si legge ancora nella nota – è stato predisposto un intervento tecnico immediato per garantire la funzionalità in totale efficienza e sicurezza, per cui a giorni sarà possibile dare comunicazione della data di nuovo inizio delle attività in oggetto”.
Un’iniezione di fiducia, quindi, per la struttura. Ma anche e soprattutto per il personale medico, vittima inconsapevole, per alcuni aspetti, di una tragedia nata lontano, quando l’ospedale ancora non ospitava camici bianchi: “Indubbiamente si prospettano dei giorni migliori per questo ospedale – ha commentato il dottor Turi, raggiunto telefonicamente – sicuramente questo dimostra un interesse da parte dell’azienda sanitaria che forse prima era mancato e che aveva portato il personale medico ad esprimersi con quella forma di protesta che iniziammo una settimana fa”. Per Turi, inoltre, è prematuro parlare di data precisa per la riapertura: “A giorni le due unità ripartiranno – ha spiegato – si tratta di effettuare interventi di natura preventiva e certificare lo stato dei luoghi”.
Lo stato d’agitazione del personale medico, quindi, potrebbe anche cessare di produrre effetti. Uno stato d’agitazione, tra l’altro, che non ha mai prodotto disagi al normale svolgimento delle attività ospedaliere, comunque profondamente ridotte dalla diminuzione dei posti letto occupati (circa il 50% in meno).
Probabilmente uno dei primi obiettivi di questo rilancio d’immagine dell’Ospedale Civile di Castellaneta è proprio quello di riprendere il rapporto con l’utenza territoriale, evitando l’emorragia di malati verso strutture vicine e prive delle “tare” che hanno segnato gli ultimi mesi di vita della struttura.
Francesco Tanzarella


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01/06/2007 14:07
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LA svolta....
avete sentito il tg1 hanno appena detto che i casi di morte per avvelenamento da periossido di azoto non sono più solo 2 ma tutti e 8 i decessi.Un professore diBari esperto iin tosssicologia forense ,ha analizzato i corpi è ha trovato questo elemento in elevata concentrazione nei tessuti delle persone decedute.
01/06/2007 16:38
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Io l'avevo letto già una settimana fa su repubblica o sul corriere della sera!


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02/06/2007 15:24
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Da Taranto Sera di Ieri
Gli organi degli 8 pazienti saturi di gas letali


Avrebbero respirato protossido di azoto, tutte e otto le persone decedute nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale di Castellaneta.
Si tratterebbe del conclusioni, scioccanti, a cui sarebbe arrivata la equipe medico-legale coordinata dal professor Luigi Strada, incaricata dalla Procura tarantina di eseguire le autopsie per far luce sulle esatte cause della strage di pazienti.
Grazie ad un metodo sperimentale gli esperti avrebbero individuato tracce del gas letale nei tessuti di tutti i pazienti deceduti all’Utic.
I medici avrebbero in pratica riscontrato alte percentuali di protossido di azoto negli organi dei deceduti. Si tratta comunque di conclusioni non ancora ufficiali. Infatti l’équipe prima di informare la Procura è in attesa degli altri risultati delle autopsie. Se confermate, quindi, si tratterebbe di conclusioni sulle quali diversi esperti avevano espresso scetticismo. Prima che venissero eseguite le autopsie, infatti, specialisti del settore avevano sottolineato che erano poche le possibilità di rinvenire nei corpi dei deceduti tracce di gas. Se arrivasse la conferma bisognerà stabilire se il protossido di azoto abbia causato o solo accelerato la morte degli otto pazienti dell’Utic.


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02/06/2007 15:38
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dalla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi
CASO CASTELLANETA|Il tossicologo: tutti i pazienti hanno inalato il protossido
Petrucci: «Non escludo che l’indagine si allarghi»

GIACOMO RIZZO
«C’è un’ipotesi che l’indagine possa allargarsi». Il procuratore capo Aldo Petrucci, che conduce insieme al pm Mario Barruffa l'inchiesta sulle morti sospette all’ospedale di Castellaneta, lascia intendere che ben presto altre responsabilità potrebbero emergere. «Siamo in attesa di avere i risultati delle autopsie, mentre dai consulenti tecnici avremo una relazione preliminare a breve scadenza.
Stiamo facendo accertamenti - ha aggiunto Petrucci - sul subappalto ad Ossitalia, l’azienda che ha realizzato gli impianti di distribuzione dei gas medicali. Abbiamo verificato che non è stato formalizzato l’incarico ad Ossitalia, e non perchè è sparito ma perchè non poteva essere formalizzato». «La ditta Sapio – ha sottolineato il procuratore – era già in subappalto e quindi non poteva subappaltare ancora. Non si sono rivolti all’Asl per l’autorizzazione. Sul piano documentale non abbiamo nulla. Anche su questi aspetti, che non sono secondari, dobbiamo fare chiarezza». Gli otto cardiopatici morti nelle scorse settimane nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale civile di Castellaneta avrebbero tutti respirato protossido di azoto al posto dell’ossigeno a causa dello scambio tra le tubazioni. Sarebbero questi i risultati degli esami tossicologici compiuti dall’equipe medico legale nominata dalla magistratura.
«Che avessero inalato protossido di azoto era scontato: lo sapevano pure le pietre. La novità - ha affermato il prof. Luigi Strada, dell’università di Medicina Legale dell’Università di Bari, che coordina il pool di consulenti - era se si riusciva a trovare il gas.
Dobbiamo verificare l’eventuale nesso di causalità tra la morte dei pazienti e la somministrazione del gas anestetico».
Ventitre persone, tra medici, anestesisti, funzionari dell’Asl e imprenditori, sono indagati con l’accusa di omicidio colposo plurimo.
Il protossido d’azoto, secondo il prof. Roberto Gagliano Candela, che sta conducendo gli esami tossicologici, lascia tracce nell’organismo anche dopo la morte: non si lega al materiale biologico, ma si scioglie molto velocemente nel sangue e resta intrappolato nei liquidi dei tessuti più irrorati. Per concludere gli esami ci vorranno ancora almeno una decina di giorni.
«Non esistevano precedenti in letteratura - ha osservato Gagliano sulla possibilità di individuare il protossido d’azoto dopo la morte. Quello che ha fatto il suo gruppo non è stato elaborare una nuova tecnica, ma utilizzare in modo nuovo tecniche della gascromatografia e della spettrometria di massa».
Il metodo messo a punto dal gruppo di Gagliano ha permesso così di verificare che «i tessuti trattengono il protossido d’azoto anche a distanza di tempo» perchè, ha spiegato il tossicologo, «le grandi molecole di questo gas restano imprigionate nei tessuti», e a trattenerle sono i tessuti più irrorati di sangue.


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